PROVERBIO DEL GIORNO

martedì 13 gennaio 2009

Come Dio Comanda


Ho iniziato il 2009 all'insegna del cinema. In 3 giorni ho visto ben 2 film. Il primo è stato "Madagascar 2", magnifico come il primo, un po' più sentimentale, ma mi sono divertita come un bambino.
L'altro è stato un pugno nello stomaco, "Come Dio Comanda" il nuovo film di Salvatores, tratto dal libro omonimo di Ammaniti. Che dire? Io ne sono rimasta scioccata. Da metà primo tempo fino alla fine, non mi sono mossa dalla poltrona, scordandomi di respirare quasi.
Non avendo letto il libro e non conoscendo affatto Ammaniti non potevo aspettarmelo, il brutale realismo, la capacità di sfumare i contorni dei personaggi, di intrecciare bene e male fino a non farli più distinguere.
Dire che mi è piaciuto è forse troppo, devo ancora elaborare, capire...Non può "piacere" entrare così profondamente nella parte più buia dell'anima e nonostante ciò non sentirsela di condannare azioni in fondo umane.
Sicuramente ha fatto riflettere e ci ha immersi in quell'ambiente, dove i protagonisti sono dei borderline, sconfitti dalla vita, che si difendono come possono, con violenza, rabbia, ma anche con l'amore, quello totale e disperato che li tiene uniti.

La trama

Provincia del Nord Italia. Una landa desolata alle pendici di maestose montagne. Case sparse e costruite lungo una superstrada in mezzo a enormi depositi di legna, centri commerciali e neon. Qui vivono un padre e un figlio. Rino e Cristiano Zena. Rino è un disoccupato, meglio un lavoratore precario. Cristiano fa le scuole medie. Il loro è un rapporto d'amore tragico e oscuro. Soli combattono contro tutto. Rino educa suo figlio come può. Come sa. Cristiano lo ama, lo venera, lo considera il suo faro, la sua guida spirituale. Un amore sbagliato, ma potentissimo. Hanno un solo amico, Quattro Formaggi, un disgraziato offeso da un incidente con i fili dell'alta tensione e ossessionato da Dio, dal presepio e da una biondissima pornodiva. Grottesco, buffo, ma imprevedibile.
Poi, il lampo di un temporale infinito scatenerà un evento al di sopra delle loro possibilità, qualcosa di inatteso che ha il carattere del destino. Coniugando una tragedia privata con il non senso collettivo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ammaniti non delude mai!!